Attività per i Giovani

 
Tra le iniziative di carattere sociale della Croce Rossa Italiana di Giaveno non è possibile non citare le “attività rivolte ai giovani” che affondano le loro radici storiche sin dagli anni ottanta per giungere ai giorni nostri con un numero sempre maggiore di iniziative, in risposta ai bisogni del territorio della ValSangone.
 
La Croce Rossa Italiana, in linea con le indicazioni della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Youth Policy, Strategia 2020), realizza un intervento volto a promuovere lo “sviluppo” del giovane. Contribuisce a sviluppare le capacità dei giovani affinché possano agire come agenti di cambiamento all’interno delle comunità, promuovendo una cultura della cittadinanza attiva.
 
Il particolare ancora il “Progetto Associativo dei Giovani della Croce Rossa Italiana” indica che i progetti di intervento debbono essere indirizzati a tutte quelle categorie di soggetti vulnerabili, o esposti al rischio di vulnerabilità, come le persone anziane, i tossicodipendenti, i bambini ed i ragazzi, i malati cronici e terminali, i senza fissa dimora e gli stranieri (immigrati, rifugiati, clandestini), le popolazioni vittime di un evento catastrofico (naturale o causato dall’uomo), le persone che hanno (o hanno avuto) problemi con la giustizia ed i giovani a rischio di devianza sociale.La realizzazione dei suddetti prevede “[…] la strutturazione di uno spazio idoneo allo svolgimento delle attività, che permetta ai bambini e ragazzi di esprimersi liberamente, donando un’occasione di crescita all’interno di un gruppo (piccola società), dove poter instaurare relazioni amicali stabili e durature, nel quale ogni individuo è sensibilizzato alle forme di rispetto delle regole sociali, alla solidarietà e all’aiuto verso il prossimo e responsabilizzato nei confronti dell’attenzione e la cura verso i membri del gruppo […]” (tratto dal “Progetto Associativo dei Giovani della Croce Rossa Italiana”).
 
  • LA METODOLOGIA – peer education
Il volontario impegnato nelle attività per i giovani assume un ruolo ben definito: è amico in ogni momento senza perdere la leadership. Il modello adottato non risulta pertanto autoritario (non siamo i loro genitori e né tantomeno i loro insegnanti), l’obiettivo è puntare sull’apprendimento di valori positivi, che il bambino potrà interiorizzare e applicare nel rapporto con gli altri.
 
Tale metodologia consente al giovane di vedere nell’Animatore una figura a metà strada tra colui che insegna (e quindi trasmette valori positivi) e colui che gioca (ovvero non reputa le attività da lui proposti “una cosa da bambini” ma ne sottolinea la validità mettendosi in gioco lui stesso. Risulta, infatti, inutile insegnare ad un bambino a non dire parolacce se allo stesso tempo non si da il buon esempio…e lo stesso avviene quando si propongono le attività in questione).
 
Ne deriva il modello di educazione alla pari, “peer education“, in cui prevale il metodo non formale: l’obiettivo è trasferire informazioni e promuovere atteggiamenti all’interno del Gruppo. In questo contesto si inserisce il concetto di EducAzione = Educazione attraverso l’Azione che si traduce nella volontà di trasmettere valori positivi non con una lezione frontale ma attraverso l’azione vera e propria tradotta nel “gioco“.
 
  • LO STRUMENTO – il gioco

Giocare vuol dire innanzitutto ricreazione, divertimento, creatività, fantasia, apprendimento, crescita, socializzazione, scoperta e conoscenza di se stessi e dell’ambiente in cui si vive e ciò comporta necessariamente la diminuzione della tensione e l’aumento dello slancio vitale. “I bambini giocano” potrebbe sembrare una banalità, ma si tratta in realtà di una loro caratteristica naturale e peculiare, oltre a rappresentare il mezzo di comunicazione per eccellenza: giocare significa imparare a capirli e conoscerli.

Un Gioco deve quindi rispettare tre regole basilari:

  • garantire libertà di espressione;
  • svolgersi in un ambiente di protezione e di garanzie basilari per i giocatori: non può infatti esserci spensieratezza senza sicurezza e tranquillità perché senza spensieratezza non esiste il gioco stesso.
  • scopo del gioco è giocare: attraverso la finzione il gioco conduce alla consapevolezza dell’esistenza dell’altro. Il gioco è l’interruzione temporanea dal mondo/mondanità, dalla quotidianità e dall’angoscia, in quanto crea un tempo ed un universo (temporanei), fatti di altre regole, altri umori, ruoli e sensazioni.

L’animatore, ovvero colui che fa animazione, avrà il compito di garantire che il gioco sia quel grande mezzo di socializzazione e convivenza civile che permette, attraverso la condivisione delle regole e la concertazione degli sforzi, di realizzare una comunità.

  • L’ANIMATORE delle ATTIVITA’ per i GIOVANI

L’animatore è colui che fa animazione. Parolini ne “Il libro dei giochi” a proposito della figura dell’animatore lo paragona a Babbo Natale, perché è buono, porta sempre il regalo giusto ad ogni bambino, è rapidissimo perché fa tutto di notte. Così l’animatore: ha buoni fini, deve proporre l’attività giusta al momento giusto, deve fare velocemente la scelta, altrimenti perde il controllo del gruppo. Babbo Natale ha un sacco pieno di tantissimi giochi ciascuno diverso dall’altro in modo da accontentare tutti.

Ugualmente l’animatore deve essere in possesso di moltissime tecniche. Solo se il sacco dell’animatore è colmo di esperienza, simpatia, capacità, tecniche, giochi, …solo allora è in grado di svolgere un’attività utile e stimolante.

Baden Powell, il fondatore dello scoutismo, propone un ulteriore paragone che ci sarà utile per meglio comprendere la figura dell’animatore: “Mi piace paragonare colui che vuole condurre dei ragazzi sotto una buona influenza ad un pescatore desideroso di fare una buona pesca. “Per pescare è necessaria una buona esca che sia di gradimento ai pesci; con i ragazzi è la stessa cosa; l’unico sistema è quello di presentarsi a loro con qualcosa che veramente li attragga ed interessi”.

Tirando le somme del discorso: l’animatore deve conoscere ciò che piace al pubblico cui si presenta; avere il maggior numero di “esche” possibile e saperle applicare a seconda dei casi; deve essere veloce nell’uso di questa esca, viceversa rischia di annoiare i ragazzi/pesce e di perdere la loro attenzione.

Quali doti deve possedere un Animatore?

  • Competenza (il sacco);
  • Capacità di organizzazione: l’animatore deve conoscere l’arte di proporre l’attività scelta in modo che essa sia accettata e porti i frutti che si erano preventivati; inoltre deve essere in grado di pianificare l’attività;
  • Doti personali: deve essere brillante, deve spiccare tra gli altri per originalità e genialità, non può essere un mediocre! Ciò purtroppo non è acquisibile, è solo affinabile nel tempo! Altra dote importantissima è la tempestività accompagnata alla capacità di adattamento ad ogni circostanza ed umore.
  • Conoscenza delle persone: L’animatore deve sempre sapere a chi si rivolge. Non sempre sarà possibile avere una conoscenza particolare delle persone con cui lavorerà, ma questo non è un problema! (si fa sempre in tempo a fare amicizia). Invece la cosa essenziale è avere una conoscenza generale caratterizzata dalla suddivisione in tipologie: età (bambini, adolescenti, giovani, anziani);handicappati (fisici, psichici o mentali); esigenze, interessi, finalità.

 

  • A CHI SONO RIVOLTE LE ATTIVITA’?

Il target al quale si rivolge questa attività comprende:

  • giovanissimi dai 6 ai 13 anni;
  • giovani dai 14 ai 25 anni;
Si noti in particolare che gli stessi “Giovani della Croce Rossa Italiana”, cui è possibile accedere a partire dai 14 anni, sono essi stessi fruitori delle attività proposte. Nel quadro della strategia complessiva della Croce Rossa Italiana, i giovani volontari coordinano in prima persona i processi di pianificazione e gestione di attività e progetti che si caratterizzano per la metodologia della peer-education, basata su un approccio tra pari. Nel perseguire quest’obiettivo la Croce Rossa Italiana promuove una cultura della partecipazione, favorendo quindi la partecipazione attiva dei giovani volontari ai processi decisionali.
 
Riconoscendo il valore del dialogo e della collaborazione intergenerazionale nel raggiungimento della sua mission, la Croce Rossa Italiana favorisce la partecipazione dei giovani volontari a tutte le attività dell’Associazione.

  • ALCUNI ESEMPI di ATTIVITA’ SVOLTE IN VALLE DALLA C.R.I. DI GIAVENO
Una volta presentata la figura degli Animatori della Croce Rossa è giunto il momento di scoprire quali siano le vere e proprie attività svolte dal Comitato Locale C.R.I. di Giaveno nell’ambito territoriale della ValSangone. Qui di seguito un breve elenco:

  • ATTIVITA’ DI DOPOSCUOLA: è un’attività che viene svolta presso la sede della Croce Rossa Italiana di Giaveno ed in passato anche presso gli istituti scolastici come per esempio la Scuola Elementare del Comune di Trana (TO). I volontari fanno attività insieme a bambini con problematiche scolastiche e/o famigliari aiutandoli a fare i compiti, giocando, proponendo attività educative (su diversi temi di Croce Rossa, lotta al bullismo, iniziative contro il pregiudizio, la protezione civile, il primo soccorso, ecc), laboratori e giochi di gruppo per favorire la socializzazione dei partecipanti! In alcuni casi vengono inoltre realizzati interventi mirati sui singoli bambini che necessitino di maggiore attenzione;
  • FESTA DELLA BEFANA: svoltasi per la prima volta nell’anno 2004 e proseguita negli anni, vede la partecipazione di numerosi bambini, le cui famiglie hanno difficoltà economiche, ai quali viene proposto un pomeriggio di giochi volti al favorire l’aggregazione tra i partecipanti, E’ inoltre l’occasione per donare alcuni giocattoli generosamente offerti dalla popolazione della ValSangone;
  • GIORNATA CON LA C.R.I.: l’iniziativa trova le sue radici in una prima edizione dell’anno 2001, presso la Borgata di Sala a Giaveno (TO) con il nome di “Giornata della Gioventù“, ed è diventata dal 2005 appuntamento annuale tra l’Associazione e la popolazione. Nasce inizialmente come un insieme di postazioni di “gioco” dislocate su un ampio spazio (un parco, un campo sportivo, una piazza, etc…) nelle quali si realizzavano attività differenti ed a cui bambini e genitori avevano libero accesso senza un preciso ordine di “approccio”: ne è seguito tuttavia che determinate iniziative abbiano impegnato maggiormente i partecipanti, in termini di tempo e di attesa, non essendo equamente distribuita l’affluenza ad ogni singola location. Bisognava dunque pensare ad una modalità più fluida e scorrevole di gestione dell’evento.Si sviluppa quindi, nel 2005, l’idea di un percorso educativo guidato costituito da diverse postazioni di “gioco”, che trovano il loro filo conduttore nel tema dell’evento: i giovani, insieme con i loro accompagnatori, partecipano infatti ai diversi momenti proposti in sequenza logica e acquisiscono, gradualmente, la consapevolezza di quei valori che ci proponiamo di voler trasmettere, avvicinandosi agli argomenti individuati senza lunghe attese ma soprattutto con la garanzia che tutte le iniziative vengano effettivamente approcciate.Il punto di forza è rappresentato dall’alternanza di momenti prettamente ludici ad altri più propriamente educativi assecondando e utilizzando, in questo modo, le oscillazioni nella soglia di attenzione dei partecipanti.
  • ATTIVITA’ NELLE SCUOLE: nelle scuole elementari, medie inferiori di tutta la ValSangone. Si tratta di incontri che vedono, per i giovani fino a 14 anni, la realizzazione di attività mirate da fare in gruppo attraverso le quali avvicinare i partecipanti a tematiche quali: Storia della Croce Rossa e Diritto Internazionale Umanitario, i 7 Principi Fondamentali, primo soccorso, protezione civile, attività di “Igiene, Dieta ed Educazione Alimentare”, iniziative di sensibilizzazione al tema delle “Allergie Alimentari”, lotta al bullismo ed alle discriminazioni e tanto altro ancora!
  • ATTIVITA’ PRESSO I CENTRI ESTIVI: si tratta di incontri realizzati presso i Centri Estivi della ValSangone (per esempio quello del Comune di Coazze (TO)) che vedono, per i giovani fino a 14 anni la realizzazione di attività mirate da fare in gruppo attraverso le quali avvicinare i partecipanti a tematiche quali: Storia della Croce Rossa e Diritto Internazionale Umanitario, i 7 Principi Fondamentali, primo soccorso, protezione civile, attività di “Igiene, Dieta ed Educazione Alimentare”, iniziative di sensibilizzazione al tema delle “Allergie Alimentari”, lotta al bullismo ed alle discriminazioni e tanto altro ancora! Scopo delle iniziative è quindi quello di sviluppare la partecipAzione dei giovani nella Comunità, attraverso un processo di azioni atto a coinvolgere i giovani stessi all’interno della comunità sociale, al fine di aumentarne la padronanza, il senso di protagonismo e la responsabilità. Giovani quindi che non aspettano di essere, un giorno, il futuro della società ma che con le loro azioni concrete sono innanzitutto cittadini attivi nel presente!
  • ATTIVITA’ DI PIAZZA: come ogni attività della Croce Rossa, anche quelle rivolte ai più Giovani necessitano dell’auto-finanziamento possibile solo grazie alle offerte che la popolazione ci indirizza. Nasce quindi la necessità di organizzare giornate dimostrative sul territorio durante le quali i volontari presentano le attività da loro svolte verso i più giovani ma soprattutto danno dimostrazione di animazione ed intrattenimento in cambio di una piccola offerta. Ringraziamo per questo motivo la popolazione tutta per la generosità fin ora dimostrata nei nostri confronti!
  • ATTIVITA’ IN EMERGENZA: i nostri Animatori di Attività per i Giovani in emergenza hanno appreso le tecniche di animazione proprie delle situazioni di emergenza quali (ahimè): alluvioni, terremoti etc…tutte quelle emergenze quindi che interessano l’ambito della Protezione Civile. L’evento calamitoso è un grande trauma per il bambino: egli perde infatti il “concetto di famiglia onnipotente”e questo comporta il mutamento delle relazioni interpersonali ma soprattutto differenti modi di reagire agli eventi, i quali possono tradursi in angoscia, rabbia etc… Il giovane che vive la situazione di emergenza risulta traumatizzato oltre che dall’evento calamitoso anche dalla nuova struttura (tendopoli, centro di prima accoglienza…) nei quali si trova COSTRETTO a vivere ma dove in realtà non riesce ad adattarsi (si perde infatti l’idea di ambiente familiare: per esempio si mangia con degli sconosciuti ad orari prestabiliti, si dorme su brandine insieme con altre famiglie…etc..). La figura dell’Animatore in Emergenza si inserisce proprio all’interno di tale contesto: egli risulterà portatore dei valori che sono propri dell’Associazione ed allo stesso tempo svolgerà attività di animazione e intrattenimento “a misura di bambino”…un modo forse per rendere meno difficile la permanenza nei centri di fortuna. Un impegno della C.R.I. quindi che NON vuole dimenticare nessuno, nemmeno nelle situazioni più difficili!

 

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